“E’ andato in scena l’ennesimo dibattito che ormai da mesi si ripete in vari comuni sulla riorganizzazione della rete sanitaria regionale. Intervenuti in aula, la presidente Tesei con i vertici della sanità regionale e il presidente della Commissione sanità, Franco Zaffini, hanno continuato a ribadire che è necessario un vero cambio di paradigma a fronte di una sanità che fa fatica a stare dietro ai bisogni di cura”.
Donatella Porzi
E’ quanto afferma il consigliere regionale Donatella Porzi (Misto) in merito al dibattito che si è acceso nel corso del consiglio comunale aperto di Foligno che si è tenuto ieri.
“Mettiamoci pure le “colpe” della pandemia, che ha slittato i tempi – prosegue Porzi – resta l’incognita, è stato detto, della rapidità con la quale si procederà con la riorganizzazione. Aspettiamo. Nel frattempo non sono state erogate decine di migliaia di prestazioni in coda e le liste d’attesa continuano a lievitare, così come gli accessi ai pronto soccorso; nelle attività più complesse non si riesce a dare risposte nell’immediato; i posti letto sono insufficienti a causa dell’iperafflusso negli ospedali dovuto allo scarso presidio del territorio”.
La gravità di questa situazione, rimarca ancora il consigliere “è che le trasformazioni non si fanno, non si possono fare fermando la macchina, perché nel frattempo la gente si ammala ed ha bisogno di cure; nel frattempo, come è accaduto a Spoleto, le persone muoiono a causa della disorganizzazione e alla mancanza di personale dovuta alla scarsa reperibilità, certo, ma anche al fatto che sempre più medici e operatori sanitari abbandonati a se stessi stanno fuggendo dalla sanità pubblica. Non ci si può nascondere dietro al pretesto di aver ereditato un sistema sanitario critico quando, come testimoniato dagli indicatori di qualità, prima di questi ultimi tre anni di gestione i servizi sanitari venivano erogati in tempi più brevi, il ricorso al privato era molto meno diffuso e la mobilità fuori regione molto più bassa”.
“I nostri amministratori – conclude Porzi – dovrebbero ben sapere che una vera riprogrammazione, soprattutto se c’è in ballo la salute e la vita delle persone, dovrebbe viaggiare sul doppio binario delle riforme e del mantenimento dei servizi. E che, come fatto intelligentemente da altre regioni, pur tenendo conto degli standard ben precisi imposti dal DM 70, sarebbe opportuno mediare con Roma per avere ulteriori eccezioni in deroga che consentano di tutelare le esigenze specifiche del territorio umbro, specialmente nelle aree interne e marginali”.



