Questa mattina, a Palazzo Cesaroni, il convegno Europa – Quali vie per la pace? in cui si è parlato delle possibili soluzioni per mettere fine alla guerra tra Russia ed Ucraina insieme agli studenti di alcune scuole del territorio
“Creare un tavolo diplomatico permanente, che si impegni in ogni modo a far cessare la guerra in Ucraina e nei vari paesi dove si continua a combattere”. Questa una delle proposte emerse e condivise al termine del convegno “Europa – Quali vie per la pace?” che si è tenuta questa mattina a Perugia, a Palazzo Cesaroni.
L’incontro è stato promosso dal Consigliere regionale Donatella Porzi che, in qualità di membro del Comitato delle Regioni, ha scelto di portare in Umbria il progetto europeo Citizens’ Dialogues, i dialoghi con i cittadini lanciati nel 2012 per coinvolgere il pubblico nei processi decisionali dell’UE, aprendo uno spazio di riflessione e di confronto sulla guerra tra Russia e Ucraina e sul ruolo dell’Europa nella difficile trattativa verso il cammino di pace.
Alla presenza di numerosi studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado del territorio – il Liceo Classico A. Mariotti di Perugia, il Liceo Scientifico G. Marconi di Foligno e l’Istituto comprensivo De Gasperi- Battaglia di Norcia – sono intervenuti Suor Roberta Vinerba, Direttore e docente di teologia Istituto Superiore di Scienze religiose di Assisi); il professor Pasquale Guerra, docente di lettere; Giacomo Marinelli Andreoli, giornalista, scrittore e direttore di Umbria Tv.
L’incontro è stato aperto dal presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Marco Squarta, che parlando dell’impegno nel processo di pace tra Russia ed Ucraina, ha evidenziato come “l’occupazione di un paese da parte di un altro paese, come ha fatto la Russia con l’Ucraina, è assolutamente intollerabile e che l’Europa può e deve fare di più, non solo per ragioni di natura economico – finaziaria ma perché l’Europa è l’Europa dei popoli uniti ed è chiamata a trasmettere un fortissimo messaggio di pace attraverso azioni ancor più incisive e condivise; in questo contesto il ruolo dei giovani è importantissimo”. Squarta ha poi evidenziato che l’Umbria, terra di San Francesco, ha la forza per poter elaborare un proprio pensiero per portare un incisivo messaggio di pace all’Europa”.
Cosa dovrebbe fare in concreto l’Europa? Donatella Porzi nel suo intervento ha parlato della necessità di creare un tavolo diplomatico permanente, che si impegni realmente per far cessare la guerra in Ucraina e nei vari paesi dove si combatte, come sta accadendo in Sudan, lavorando su più livelli: diplomatico-politico, economico, del diritto internazionale. “Sarà fondamentale – ha detto – tenere presenti i 17 punti dell’agenda ONU 2030 e diffonderli a ragion veduta tra i giovani, nelle scuole, nelle parrocchie, nelle associazioni. Saranno i giovani, al termine di questo brutto momento che stiamo vivendo, a fare la storia del futuro e mi auguro che sia decisamente migliore del nostro presente”.
Porzi, nel suo intervento, ha anche trattato il tema dei migranti, moltissimi dei quali irregolari arrivati in Europa, sia per motivi economici, come quelli provenienti dall’Africa, sia per scappare da zone di guerra, come la Siria e l’Afghanistan, dove c’è sofferenza, sfruttamento, malcontento, violenza.
“Ma un fatto di inaudita gravità – ha sottolineato Porzi – è rappresentato dall’aggressione all’Ucraina da parte di un aggressore senza scrupoli qual è la Russia di Putin. Ritengo che l’Ucraina abbia il diritto alla resistenza e alla difesa, ma ritengo anche che l’Europa poteva e doveva fare di più, a partire da azioni diplomatiche molto più incisive e concrete. La soluzione che dobbiamo assolutamente continuare a ricercare ha solo una strada da percorrere, quella dei negoziati per fermare la guerra. L’Unione Europea e gli Stati che ne fanno parte, insieme alle Nazioni Unite, devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere il cessate il fuoco”.
Porzi ha ricordato, infine, con una forte sottolineatura, quanto sta facendo Papa Francesco “per far sì che si raggiunga una soluzione diplomatica”.
Il giornalista Giacomo Marinelli Andreoli ha raccontato la sua esperienza personale che lo ha portato a scrivere il suo primo libro “Nel segno dei padri. La storia di Guglielmina e Peter”, nato dalle lettere che gli sono state affidate da una delle protagoniste del libro, Guglielmina, che per anni ha intrattenuto uno scambio epistolare con l’altro protagonista, Peter. Guglielmina e Peter sono figli di uno stesso destino, quello che ha visto i propri padri morire su due sponde diverse: il padre di Peter, ufficiale medico della Wehrmacht e il padre di Guglielmina, una delle vittime della rappresaglia nazista scaturita dopo la morte di Staudacher. Una storia straordinariamente attuale e accaduta proprio nella nostra regione, a Gubbio.
Incisive e pregnanti anche le parole di Suor Roberta Vinerba: “Il modello di sviluppo che l’Europa sta vivendo – ha detto – è centrato sulla massificazione della produzione e dei servizi. Ciò genera noi uomini come ‘macchine desideranti’, aprendo all’avarizia delle nazioni, protraendo un colonialismo che non si verifica più con l’occupazione ma con la seduzione e con il ricatto degli aiuti allo sviluppo. Riemergono, così, antichi rancori nazionalisti. La giustizia, rispettare la singolarità dei popoli è l’unica via per la pace e in questo senso i nostri giovani sono la forza vitale di cui abbiamo bisogno”.
Infine Pasquale Guerra si è soffermato sul potere dell’educazione e sulla necessità di recuperare punti di riferimento quali sono stati figure come Aldo Capitini, Maria Montessori, Don Milani, a tutti gli effetti testimoni di pace, il cui pensiero è ancora molto attuale.
Al termine dei lavori, Donatella Porzi ha espresso una grande soddisfazione per il buon esito dell’iniziativa, ed ha ribadito la sua ferma volontà di continuare a portare in ogni sede opportuna, regionale ed europea, la voce degli umbri e “soprattutto di quei tanti giovani che vogliono guardare ad un futuro di pace e di concordia tra i popoli”.