Oggi, nel corso di una conferenza stampa convocata dalla Commissione, ho ribadito che dobbiamo confrontarci con un fenomeno strutturale, del quale i dati ci restituiscono un quadro soltanto parziale, tanti sono i casi che restano sommersi a casa della paura o della vergogna a denunciare da parte di chi subisce violenze o discriminazioni di genere.
La Regione non può limitarsi a legiferare, ma deve assumersi il compito di programmare, presidiare e coordinare interventi che necessariamente devono essere condivisi con gli altri attori sociali coinvolti nel contrasto alla violenza di genere, così da costruire una rete solida e capillare in tutto il territorio. Per me le priorità restano la prevenzione e la sensibilizzazione, a partire dalle nuove generazioni, e questo richiede un patto educativo tra famiglia, scuola, agenzie formative e le istituzioni in primis, che possa rappresentare un punto di ripartenza per tentare di bloccare questa deriva.
Di fronte alla tremenda attualità dell’uccisione di Giulia per mano del suo ex fidanzato la Politica nazionale ha deciso di mettere il turbo. Ritengo che anche la nostra Commissione debba accelerare i tempi, dando presto attuazione a progetti concreti
e duraturi.