“Dal Rapporto sulla Povertà in Umbria presentato dall’Aur emerge un’immagine critica della nostra regione sulla quale occorre riflettere, senza demagogia, ma con buonsenso, proponendo strumenti innovativi e di partecipazione. Serve un nuovo patto contro la povertà”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, commentando i dati dell’istituto di ricerca regionale.
“Nuovi poveri, come i bambini, ma anche nuove forme di povertà, come quella educativa sembrano essere la chiave di lettura di una pregevole pubblicazione che non può passare inosservata in una fase politica così delicata come quello che stiamo vivendo, in cui si confrontano iniziative, ricette e slogan che spesso perdono di vista la realtà e il buon senso. È ovvio che – sottolinea la Presidente -, in una congiuntura economica complessa, alla crisi in Umbria si è legata qualche difficoltà del modello di sviluppo del tutto locale che va fotografata e superata. I numeri ci dicono che siamo in presenza del 14,3 per cento degli umbri, 50mila famiglie, in povertà relativa. Una situazione in cui il lavoro non basta, considerando che 11 famiglie su 100 sono povere nonostante ci sia il capofamiglia impiegato. E il dato che lega la povertà alla famiglia, con la crescita in base all’aumentare della dimensione familiare, è quanto mai allarmante”.
Per la presidente Porzi, “serve dunque un nuovo patto contro la povertà, nuovi interventi e nuovi metodi di analisi e approccio. Il Reddito di cittadinanza è stato infatti uno strumento che ha caratterizzato gli ultimi anni, con un concetto innovativo di rapporto tra domanda e offerta di lavoro. In realtà, per l’Umbria, come dimostrano i dati dell’economista Elisabetta Tondini e del sociologo Mauro Casavecchia – spiega – c’è stato una sorta di disallineamento tra reali necessità e richieste pervenute. In Umbria le domande finora accolte ammontano a 7mila 265 (il 71 per cento in provincia di Perugia e il 29 per cento in quella di Terni) e, se fosse confermato l’andamento sin qui seguito, il numero di famiglie umbre raggiunte infine dal reddito di cittadinanza potrebbe non superare di molto le 10 mila, circa l’1 per cento dei sussidi distribuiti in Italia. Una incidenza, questa, proporzionalmente inferiore non solo al peso della popolazione umbra su quella italiana (1,46 per cento), ma anche rispetto alla platea delle famiglie relativamente povere (oltre 50 mila nella regione) solamente un quinto delle quali, secondo queste proiezioni, beneficerebbe del provvedimento”.
Secondo Donatella Porzi, quindi “è il caso di riflettere, proporre e studiare qualcosa in più. Serve uno scatto in avanti. E questo qualcosa in più deve passare da un ‘Patto contro la povertà’ delle Istituzioni, dell’associazionismo, della cooperazione e dei mondi produttivi. Un patto etico, che valorizzi il lavoro e metta al centro la persona. Una grande alleanza che contempli anche un serio contrasto alla desertificazione delle aree terremotate, secondo le linee con cui la Regione ha iniziato a lavorare in questi anni”.
“Non sarebbe male, dunque – continua la presidente Porzi – includere in questo grande patto uno studio sul recupero e la ricostruzione, per immaginarci l’Umbria che vorremmo e che sarà. Il tutto dovrà passare, ovviamente, dalla rigorosa ottimizzazione delle risorse e delle strutture esistenti. Magari attraverso un coordinamento più stringente di quanto già operante – conclude -, con una rete più forte e con una maglia più fitta che saprà di certo porre le basi per le risposte che servono, in funzione del bene comune dei nostri cittadini”.