Quello delle “donne pastore e caciere” della Valnerina non è soltanto un lavoro, ma la salvaguardia di una identità, di un patrimonio e di un progetto culturale di altissimo valore. È questa la sintesi di quanto emerso stamattina a Palazzo Cesaroni, dove è stata presentata la mostra fotografica dal titolo ‘Le donne pastore e caciere’, promossa dal Comune di Vallo di Nera, in collaborazione con il Centro per la Documentazione e la Ricerca Antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra (Cedrav), con il patrocinio dell’Assemblea legislativa dell’Umbria e della Provincia di Perugia, che resterà a aperta a Palazzo Cesaroni (Perugia) e potrà essere visitata da oggi fino al 31 marzo.
“Le ‘donne pastore’ della Valnerina di oggi, con la loro forza, sapienza ed equilibrio, non sono più soltanto un pur indispensabile supporto ad un sistema sostanzialmente patriarcale, ma diventano protagoniste assolute di una storia che prima ancora che imprenditoriale è soprattutto culturale e sociale”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, ha aperto l’inaugurazione della mostra fotografica, nata a Vallo di Nera per la manifestazione annuale Fior di Cacio e che si è intrecciata con il viaggio-documentario effettuato dalla regista Anna Kauber, che ha intervistato più di cento donne pastore in tutta Italia, svelandone emozioni e particolarità.
Sono più di trenta le donne ‘pastore’ che ad oggi gestiscono un propria attività, o come continuazione di una tradizione familiare o come nuova impresa. Tre di esse, Sandra (Castelluccio), Eugenia (Civita di Cascia) e Cinzia (Mercatello) hanno portato la loro diretta testimonianza. Oltre ad un forte attaccamento al territorio, è emersa la chiara volontà di legare il proprio futuro a questa attività per lo sviluppo della quale puntano su una sempre più adeguata ed aggiornata formazione.
“A livello istituzionale – ha detto la presidente Porzi – guardiamo con grandissimo interesse ed attenzione a quanto stanno facendo le donne della Valnerina e non solo, che con spirito imprenditoriale, ma soprattutto dimostrando il forte attaccamento alla loro terra, diventano protagoniste assolute di una storia che è anche e soprattutto culturale e sociale. Con questa mostra, che presenteremo anche agli studenti umbri che giornalmente vengono in visita a Palazzo Cesaroni, ci troviamo di fronte ad un racconto per immagini, un capitolo nuovo dell’epopea della pastorizia che in questa preziosa parte dell’Umbria è ancora viva e costituisce la parte profonda e viva del patrimonio socio-culturale della comunità”.
“Queste donne – ha detto il sindaco di Vallo di Nera, Agnese Benedetti – sono diventate protagoniste indiscusse di un coraggioso e auspicabile ritorno a un mondo che sa preservare la terra e le produzioni. Hanno età diverse e differenti formazioni. Accanto ai loro nomi, nei pannelli espositivi, compaiono anche i luoghi di provenienza, oggi frazioni scarsamente abitate, un tempo ricche di popolazione proprio per l’abbondanza dei pascoli”.
Presente alla cerimonia anche il consigliere regionale e presidente della Seconda Commissione, Carla Casciari che ha definito l’iniziativa “un’ottima idea ed un bel modo di festeggiare la Festa della donna. Dobbiamo essere tutti vicini a queste donne impegnate per la valorizzazione del territorio e per la salvaguardia delle tipicità”.
Fulvio Porena del Cedrav ha ricordato come il Centro “da oltre 20 anni funge da sentinella nella dorsale appenninica, un territorio complicato, per chi ci abita, anche a causa dei terremoti. Da sempre – ha assicurato – guardiamo con attenzione alle attività che vi si svolgono ed abbiamo puntato l’attenzione sugli allevamenti e la produzione di formaggi. La criticità da superare – ha spiegato – riguarda la poca massa critica che gli imprenditori riescono a fare. Ci sono potenzialità altissime che vanno governate. Quando a gestire un’impresa c’è una donna c’è maggiore capacità di spirito imprenditoriale e l’azienda cresce meglio. Questa mostra è un ulteriore omaggio al lavoro che la donna svolge nella società anche in quelle attività un tempo quasi ad esclusivo appannaggio degli uomini”.
Erika Borghesi (Provincia di Perugia) ha osservato come “il valore della mostra fa emergere la sensibilità propria delle donne. É molto più di un lavoro – ha detto – è la difesa di un’identità e di un patrimonio culturale”.
Tra le proposte emerse nel corso della presentazione della mostra fotografica, la previsione di uno spazio ‘educational’ nella prossima edizione di ‘Fior di cacio’ a Vallo di Nera dedicato ai formaggi delle donne pastore.
La cerimonia si è conclusa con un momento conviviale nel quale sono stati offerti prodotti caseari prodotti dalle donne pastore e caciere della Valnerina.