Dobbiamo impegnarci affinchè i progetti presentati da Assisi, Orvieto e Spoleto vengano portati avanti e valorizzati in un programma di sviluppo e promozione regionale integrato
Il Consigliere regionale Donatella Porzi (Misto – Azione)
“Ci abbiamo sperato fino alla fine, ma davvero complimenti ad Agrigento, che si è aggiudicata il titolo di Capitale italiana della cultura 2025. Anche se l’Umbria non ce l’ha fatta a conquistare lo scettro, quella di Assisi, Orvieto e Spoleto è comunque una grandissima vittoria di cui andare orgogliosi. Una vittoria da non buttare al vento, non solo perchè la nostra regione è stata sotto i riflettori dell’Italia e del mondo con ben 3 città entrate tra le 10 finaliste, ma soprattutto per l’impegno, le competenze, la creatività e l’entusiasmo con i quali ciascuna di esse ha saputo valorizzare al meglio le proprie risorse e peculiarità, cercando anche di recuperare i punti di debolezza per porsi con maggiore forza di attrazione all’attenzione del grande pubblico”.
Con queste parole il Consigliere regionale Donatella Porzi (Azione) commenta la proclamazione della Capitale italiana della Cultura avvenuta questa mattina a Roma.
“Come è stato detto nel corso della premiazione – prosegue Porzi – la cultura, la cultura che caratterizza non solo le grandi città ma anche i piccoli territori, è uno dei pilastri sui quali si regge il nostro Paese; è stato detto che le città e i comuni che fanno la storia della nostra nazione vanno supportati, aiutati ed ascoltati. Ci abbiamo creduto fino alla fine e dobbiamo continuare a credere che i progetti che hanno fatto arrivare le tre città umbre al Ministero debbano essere comunque portati avanti, che essere rientrate nella rosa delle finaliste di una prestigiosa competizione che da anni sta offrendo ad alcuni centri la possibilità non solo di riqualificarsi ma anche di mettersi in vetrina, è già un titolo di cui fregiarsi. Il Ministero si è impegnato a valorizzare anche i nove progetti non vincitori; è importante che la Regione Umbria faccia altrettanto per far sì che il lavoro svolto da Assisi, Orvieto e Spoleto non vada perduto e si inserisca in un programma di sviluppo e promozione integrato che valorizzi l’intera regione e le sue eccellenze”.