“Servono misure strutturali contro la precarietà dell’occupazione e la carenza di servizi a supporto della conciliazione vita-lavoro”
Donatella Porzi
Aumenta l’età delle mamme e diminuisce il numero dei figli. La crisi demografica legata al calo delle nascite è una delle sfide più urgenti per il futuro dell’Umbria, tra le regioni italiane nelle quali il fenomeno è più marcato”.
Donatella Porzi, consigliere regionale e candidata alle prossime elezioni con la lista Umbria Futura, sottolinea l’urgenza di un’azione decisa: “Mentre assistiamo ad un incremento delle richieste per il bonus bebè 2024, i dati Istat impongono di prevedere un pacchetto di misure stabili e di lungo termine per invertire un trend sempre più negativo nella nostra regione, dove nel 2023 il numero medio di figli per ogni donna è sceso a 1.10 rispetto all’1.13 del 2022, mentre l’età media è salita a 32.6 anni, 5 in più rispetto al 1984”.
“La precarietà del lavoro – evidenzia Porzi – soprattutto dei giovani e delle donne, le basse retribuzioni che non tengono il passo con l’aumento del costo della vita, la carenza di servizi a supporto della conciliazione vita-lavoro, carenza che costringe tante donne a lasciare la propria occupazione quando diventano madri, sono tra le cause principali che incidono sulla scelta di rinunciare ai figli per far quadrare i conti”.
“Il supporto alla natalità – conclude Porzi – va di pari passo con quello della parità di genere e dovrà essere una delle priorità nella prossima legislatura regionale: contratti part-time, stabilità e progressioni di carriera, anche sotto il profilo retributivo, permessi per l’inserimento dei figli all’asilo e premi di produzione, dovrebbero garantire ad ogni potenziale madre o padre la sicurezza di essere sostenuti nella scelta di diventare genitori. La politica dovrebbe supportare le aziende che decidono di adottare strumenti di welfare integrativo a favore della natalità con sgravi fiscali e contributi a fondo perduto. L’Istat stima che in Italia, da qui al 2040, ci saranno circa 5 milioni e mezzo di lavoratori in meno. Se non usciamo da questa crisi, sarà inevitabile un effetto negativo sul Pil e sulla tenuta del nostro sistema socioeconomico”.