È di solo qualche giorno fa l’ennesimo dato che conferma la preoccupante e costante flessione dell’imprenditoria giovanile in Umbria, dove in 10 anni sono andate perse poco meno di 2.800 imprese guidate da under 35. La nostra regione occupa un sesto posto tutt’altro che invidiabile in questa classifica nazionale frutto dei dati raccolti dall’Istituto Tagliacarne che certifica un calo delle imprese giovanili pari al -28,5%, ampiamente superiore alla media nazionale del -23%. Una conferma, questa, della tendenza particolarmente negativa già rilevata da uno studio della Camera di commercio dell’Umbria, dal quale emerge che tra il 2019 e il 2022 si è registrata una flessione media nazionale di imprese giovanili del -6,8%, dato che sale al -10,2% in Umbria.
Le difficoltà e lo scoraggiamento nel fare impresa è solo uno dei tanti nodi che andrebbero affrontati in modo strutturale e non con azioni spot per evitare che i nostri giovani gettino la spugna e per sostenerli in questi anni difficili in cui, questa volta a “parlare” sono i dati del Rapporto annuale della Banca d’Italia, stiamo assistendo ad un crescente esodo dei laureati umbri verso il Nord Italia e all’estero, una “fuga dei cervelli” sulla quale incide il mismatch fra le competenze possedute (più alte) e quelle richieste (più basse) per la mansione svolta, più forte in Umbria rispetto alla media nazionale, soprattutto per la popolazione femminile.
E mentre aumenta il numero degli studenti universitari che scelgono di studiare fuori regione, soprattutto in Atenei del Nord, che nell’anno accademico 2021- 2022 hanno superato il 9% dei residenti in Umbria contro il 3,3% registrato dieci anni prima, assistiamo ad un impoverimento educativo che si traduce nell’aumento della dispersione scolastica e in una percentuale di 15-29enni che rimangono senza scuola, formazione o lavoro, i cosiddetti NEET, che si attesta al 22%.
Non stupisce che dopo tante proteste, contro il caro affitti e contro il caro scuola, soprattutto dei libri e dei mezzi di trasporto, all’insegna dello slogan “Non ce lo possiamo permettere”, domani pomeriggio i giovani umbri tornino ad alzare la voce di fronte alla Regione Umbria con un nuovo flash mob #nessunmuroalnostrofuturo per rivendicare politiche adeguate a sostegno dei giovani, gli stessi che stanno perdendo la forza di fare impresa e che fuggono dalla nostra regione per cercare un futuro migliore.