È davvero preoccupante il primato negativo della nostra regione che, con un calo del 42,5 per cento, fa registrare la percentuale più alta in Italia per decremento delle nascite tra il 2008 e il 2022. Se già non bastasse questo triste primato, lo scorso anno, con 4.926 nascite, abbiamo toccato il livello più basso dal 2002.
Considerando l’entusiasmo con il quale la Regione e il Governo nazionale continuano ad annunciare bonus e incentivi a sostegno della natalità, ci saremmo aspettati almeno un piccolo segnale di recupero, che evidentemente non c’è stato. Piuttosto che investire su interventi spot, non sarebbe forse più opportuno adottare politiche strutturali che vadano alla radice delle tante cause alla base del trend drammatico della denatalità?
Non ultima, la difficoltà delle donne umbre ad essere contemporaneamente madri e lavoratrici, come testimonia l’impennata di dimissioni in seguito alla nascita di figli rilevata dall’Aur, che tra il 2020 e il 2021 ha registrato un incremento del 43,6 per cento, secondo soltanto a quello della alle Marche e quasi il doppio della media nazionale, che si ferma al 23,7 e dei livelli pre covid della nostra regione. Come dicevo prima, ci aspettavamo almeno un segnale di recupero senza avere la speranza di raggiungere un record, record che invece abbiamo incassato, ma in negativo.