Si fa un gran parlare del fatto che il Presidente del Consiglio Meloni sia venuta in Umbria portando in dote alla nostra Regione 210 milioni per lo sviluppo.
Sempre positivo, che arrivino fondi per la crescita del territorio, ma nessuno ci sta regalando niente: né il Presidente Meloni è stata generosa con noi, né la Presidente Tesei è stata particolarmente abile nel conquistare i fondi che ci sono stati assegnati.
Andando oltre ogni strumentalizzazione da perfetto clima di campagna elettorale, va spiegato ai cittadini che al Fondo per lo Sviluppo di coesione – strumento nazionale finalizzato al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale – accedono tutte le Regioni italiane, seguendo uno schema ben preciso.
L’80% delle risorse va al Sud e il 20% al Centro Nord, su quote di riparto tra le singole regioni stabilite in base a determinati parametri.
Non ci sono, evidentemente, né concessioni da parte del Governo né alcuna capacità personale di attrarre più o meno risorse, proprio perché quest’ultime sono già ripartite seguendo i dettami della legge.
Sarebbe opportuno che quanto è sempre stato fatto nel 2000- 2007, nel 2007-2013 e nel 2014-2020, non sia venduto nel 2021-2027 come una cosa straordinaria.
Anzi, in passato ci si è preoccupati di dare accesso a queste risorse con equità a tutti i comuni umbri, mentre ora si stanno privilegiando solo alcune aree dimenticando metà regione.
Ancora. L’accordo di programma siglato a Bastia dall’asse Meloni-Tesei, come dice la parola stessa “programma” risorse, ma fino a che non ci saranno le delibere del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica Sviluppo Sostenibile, i fondi sono disponibili solo sulla carta.
Di fronte a tanto entusiasmo dei nostri amministratori regionali per il risultato raggiunto, occorre precisare che per anni l’Umbria ha usato i Fondi FSC senza mai utilizzarli per il cofinanziamento fondi europei, come viene fatto invece in questo caso prevedendo lo stanziamento di 61 milioni per il cofinanziamento dei Programmi comunitari regionali 2021-2017 che sostengono lo sviluppo sostenibile, l’innovazione, la coesione, e l’inclusione sociale.
In concreto, invece di mettere risorse dal proprio Bilancio, la Regione le prende dal FSC sottraendole allo sviluppo infrastrutturale. È pur vero che la legge lo consente, ma in genere è una scelta che fanno le Regioni del sud, quelle che hanno più bisogno di ossigeno per superare il gap infrastrutturale e dare slancio allo sviluppo economico.