Cultura

Ho sempre immaginato la cultura come una sovrapposizione di immagini fotografiche, l’una legata all’altra, che stratificandosi alimentano tutti gli ambiti del sapere e della conoscenza.

Il futuro di questo ITER, che ci piace leggere al contrario, come il senso che anima la costruzione delle RETI, sta nel coniugare l’offerta culturale, storico-artistica e paesaggistica dell’Umbria tenendo conto dell’impatto dei nuovi mezzi di comunicazione e della progressiva digitalizzazione che ha intensificato la produzione di contenuti su scala mondiale.

Penso ad un futuro nel quale la promozione dei grandi eventi e delle grandi mostre d’arte viaggi parallelamente alla valorizzazione dei piccoli musei, dei patrimoni, dei luoghi e delle tradizioni che segnano l’identità dei piccoli territori della nostra regione, coniugando il rispetto della tradizione con l’innovazione.

Penso ad una produzione culturale affidata a professionisti, ma che faccia leva anche delle tante forze di volontariato che animano le nostre città e i nostri borghi.

Penso a scelte politiche sostenute da investimenti che coinvolgono gli operatori economici e nuovi possibili investitori che mettano al cento le nuove generazioni, ma anche nuovi generi e nuovi settori d’impiego per lo sviluppo di una cultura in RETE come elemento fondante del turismo e di una nuova economia.

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